2025-06-02 – Consiglio Comunale risoluzione extra-LOC

Risoluzione extra-Loc – Entrata in materia

Gentile presidente,

egregi colleghi e gentili colleghe,

quella a cui noi tutti stiamo assistendo negli ultimi mesi è una tragedia umanitaria assolutamente inaccettabile per chiunque si richiami al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.

La situazione della popolazione civile nella striscia di Gaza è talmente atroce che anche personalità abituate, per la loro attività professionale, ad agire in contesti di morte e distruzione, non trovano più parole adeguate per descriverla. “A Gaza è l’inferno assoluto”, affermava lo scorso … il direttore del CICR, Pierre Kraenbul, aggiungendo, a monito: “non potremo dire che non lo sapevamo”: dopo aver subito per due anni intensi bombardamenti, che hanno causato decine di migliaia di morti civili, tra cui un’elevatissima percentuale di donne e bambini, oltre che la distruzione di più del 60% degli edifici della striscia, la popolazione di Gaza è confrontata dallo scorso 2 marzo ad un blocco delle forniture umanitarie, in particolare di cibo e medicinali, che il governo israeliano si rifiuta di far entrare nella striscia nonostante la presenza di lunghe file di camion al confine, pronti ad assicurare ai 2 milioni di palestinesi di Gaza un primo soccorso.

Solo negli scorsi giorni, mostrando nuovamente un totale disprezzo del diritto internazionale, che prevede la fornitura di aiuti umanitari da parte di organizzazioni internazionali riconosciute, il governo israeliano ha cominciato a distribuire qualche magro aiuto attraverso un’organizzazione non governativa messa appositamente in piedi a questo scopo con la collaborazione del governo statunitense.

Si tratta, tuttavia, di una goccia nel mare, e la popoalzione gazawi – che l’attuale governo israeliano non nasconde di voler espellere dalla striscia – resta tutt’oggi confrontata alla carestia e alla morte per inedia. Il blocco sulla fornitura di medicinali, condanna migliaia di civili, bambini compresi, a morire per malattie altrimenti curabili, per non parlare delle operazioni chirurgiche senza anestesia che i pochi medici ancora attivi nella striscia devono effettuare quotidianamente; medici che, lo ricordiamo, al pari dei giornalisti sono stati essi stessi deliberatamente oggetto degli attacchi israeliani.

Crediamo che di fronte a quello che si configura sempre più come un vero e proprio genocidio, la Svizzera non possa né debba restare in silenzio. Come recita uno slogan che circola di questi tempi su internet: “si fa silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono”.

Come sostiene l’appello lanciato dalle città di Losanna e Ginevra, per la sua storia, per la sua tradizione, il nostro paese avrebbe senz’altro la credibilità e le competenze per chiedere, con fermezza, al governo israeliano il rispetto delle più basilari norme di civiltà.

Di fronte all’insopportabile titubanza del Consiglio federale e del nostro ministro degli esteri nel prendere posizione, crediamo sia non sotanto lecito ma addirittura doveroso, per gli enti pubblici inferiori – Cantone e comuni –  spingere le autorità federali all’azione, attraverso appelli come quello che vi abbiamo sottoposto. Come comuni cittadini è una delle poche cose che possiamo fare per evitare di diventare, con il nostro silenzio, complici di questo massacro.

Fino ad oggi, hanno sottoscritto dichiarazioni simili non solo numerose città romande (Ginevra, Losanna, Friburgo, La Chaux de Fonds, Delemont, ecc) ma anche il nostro Consiglio di Stato e la città di Bellinzona.

Come si può facilmente intuire, pensando all’appello del Consiglio di Stato, la questione non riguarda tanto le nostre sensibilità politiche né la posizione di ciascuno di noi in merito al decennale conflitto che sta dilaniando la Palestina. Non si tratta né di essere di sinistra, né di schierarsi dalla parte di Hamas. Si tratta di una battaglia di civiltà, e come semplici cittadini di Massagno e del mondo saremmo lieti di avervi al nostro fianco nel provare a condurla.

Grazie.